He's seen too much of life
And there's no going back
Come dicevo in un post precedente, Hogarth ha il dono di scegliere frasi che possono tagliarti in due.
"Ha visto troppo della vita e non si può tornare indietro".
In queste poche parole c'è tutto: tristezza, rassegnazione, nausea e voglia di estraniarsi dall'umanità circostante.
Potete dare un occhio al resto delle lyrics al link:
Il brano è ispirato alle gesta di Don Allum, un temerario (ma è temerario uno che non ce la fa più e scappa via? Forse si è più temerari a restare... che ne dite?) che ha fatto tre volte la trasmigrazione oceanica del Pacifico, costa a costa, con una barca a vela.
Potete trovare i dettagli al link che indico di seguito:
Ora... iniziare un brano 'a cappella', interpretando quelle poche parole come se si provasse un immenso dolore, ti fa immergere immediatamente nel mood del componimento musicale.
Sulle prime note, così gravi e lente, mi sembra di vedere quest'uomo, stanco di tutto e di tutti, avvicinarsi lentamente alla sua imbarcazione: ha deciso cosa fare, ma incede lentamente, quasi come se non volesse staccarsi dalla terraferma, si attarda a controllare che sia tutto a posto, ma sa già che lo è... poi sale sulla barca e prima di salpare annusa forte la terra che sta lasciando... quasi come per poter conservare a lungo l'odore di ciò che lascia, il suo odore preferito.
The smell of the earth
It's his favourite smellBut he's somehow compelled to the stinging salt hell
"L'odore della terra è il suo odore preferito, ma è forzato in qualche modo al pungente inferno salato"
Ora la voce di Hogarth sale di tonalità, ed è facile comprendere che ormai la barca ha preso il largo, e il nostro eroe si convince che niente e nessuno può reggere al confronto con la solitudine in mezzo all'oceano, vero e unico momento di introspezione e riconquista dell'autostima.
Qui l'assolo di Rothery è straziante, con quelle corde tirate in bending allo spasimo, e quando cambia tonalità ormai la terra è distante, sei solo in mezzo all'oceano e i tuoi unici compagni sono il mare e quella nuvola bianca che ti segue nel cammino.
So the sea is my wife and a sweet Ocean Cloud is a mistress I'm allowed
for now
Quando si è soli spesso la mente vola al passato, alle umiliazioni subite e ai successi conseguiti, alle donna amata, ma lasciata per incompatibilità di vedute.
Il mare è tranquillo, lo si sente dalla musica che accompagna questo passaggio... ma improvvisamente il vento cambia direzione e la radio preannuncia una tempesta.
L'incalzare del ritmo e le urla di Hogy ci portano nel bel mezzo della tempesta.
Finalmente è giunta, occorre lottare per sopravvivere.
Ma sopravvivere a cosa e perchè?
L'unica salvezza potrebbe essere la radio, comunicare con qualcuno...
Ripping out the radio
I want to be alone
Qui l'assolo di Rothery è micidiale. Ci fa comprendere tutta la disperazione di quel gesto. Strappare via la radio per non sapere cosa succederà e nel contempo non poter mandare alcun messaggio: "VOGLIO STARE SOLO!"
And the sweet ocean clouds will look down on my bones tonight
"Le dolci nuvole oceaniche potranno osservare i miei resti stanotte"
Ora la musica si fa dolce, commovente: finalmente la tempesta è passata e la morte ha restituito tranquillità e dignità al nostro amico.
Nella realtà dei fatti Don Allum sopravvisse alla tempesta e fu tirato in secca, mezzo morto e disidratato, dai pescatori di Nevis.
Ma Hogarth è un romantico e ha preferito che l'epilogo della vicenda fosse più triste e malinconico.
Ogni volta che ascolto questo brano giungo al finale quasi spossato, tanto che il sedarsi della musica e il rumore dello sciabordio sotto la chiglia mi danno una sensazione di abbandono delle forze e mi sento emotivamente provato.
'Ocean Cloud' è a tutt'oggi l'ultimo brano 'epico' e con forte orientamento prog dei Marillion: lungo, caratterizzato da cambi di ritmo e di ambientazione, teatrale, ispirato e romantico.
4 commenti:
Un sentito applauso a questa splendida descrizione. La grande capacità dei Marillion è quella di riuscire a farti "vivere" con la musica ciò che i testi descrivono. L'intermezzo "marino" delle tastiere di M.Kelly riproducono perfettamente l'ambiente in cui si svolge il racconto, l'arrivo della tempesta; insomma, pur non sentendo i testi si riesce a capire l'ambientazione. Dei giganti, non c'è dubbio.
Non posso che accodarmi al plauso che ti ha appena fatto Pino, bravissimo! :)
Ottimo.
Vi ringrazio TUTTI!
Non sempre è facile descrivere le sensazioni che si provano quando si ascolta la Musica (con la M maiuscola messa apposta), ma alcuni brani si prestano così bene che le parole scorrono fluenti!
Ero un pò in crisi di "post", ma vedere che questo blog piace a tanti mi rimette la voglia di scrivere!
Grazie per l'incitamento!
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