venerdì 19 settembre 2014

Turning Point Albums - Seconda Parte


L'ingresso alle superiori fu sorprendente per vari motivi:

1. La ragazzina, che tanto mi piaceva fino a pochi mesi prima, perse completamente di significato al confronto di un'altra, che rimase il mio chiodo fisso per almeno tre anni (pur distraendomi di tanto in tanto in altre direzioni, con alterne fortune).

2. Le amicizie, fino ad allora considerate salde e inamovibili, divennero un corredo a quelle nuove, più coinvolgenti sotto numerosi aspetti.
Ci tengo a dire che ho mantenuto i contatti con alcune di queste persone (che si riconosceranno nelle mie descrizioni), molto di più che con quelle dell'Università, e la ritengo una cosa estremamente gratificante.

3. Acquistai la mia prima batteria (se così si può chiamare quella specie di giocattolo che mi fu quasi regalato da un nuovo amico) per 5000 lire!

Un giorno, al ritorno da scuola, tanto per conoscerci meglio, mi accompagnarono a casa due compagni di classe ai quali feci ascoltare l'album de Le Orme. Inutile dire che ne rimasero affascinati e così decidemmo di rivederci  a casa di uno di loro per permettergli di registrarlo, visto che non mi andava di prestarlo.

Questo alla vostra destra è l'album che aveva appena messo sul piatto quando entrai nella sua stanza!
The Dark Side of The Moon è troppo famoso per commentarlo ancora, ma cercate di comprendere che allora erano le prime volte che sentivamo questo tipo di sperimentazione, di ricerca dell'effetto sonoro, della pulizia del suono... e il tutto su brani di fortissimo fascino, blues oriented, morbidi e di alta classe.
Con i Pink Floyd ho conosciuto il Rock psichedelico (allora si chiamava così) e mi si sono aperti mondi nuovi, onirici e devastanti al tempo stesso.
Quando li ascoltavo in cuffia (per meglio cogliere la stereofonia di tutti gli effetti sonori) mi sentivo trascinare in un mondo a parte, pieno di luci ed ombre, dove saltava fuori prepotentemente la mia parte malinconica e visionaria.
Sebbene non consideri quest'album il migliore della band (secondo me Wish You Were Here è superiore per maturità compositiva e intensità emotiva) è stato il TPA che mi ha fatto conoscere la band, che poi sarebbe diventata la più famosa del mondo, e il mondo visionario, onirico e spaziale della musica elettronica.
L'ascolto di questo album è ormai inflazionato, ciononostante andrebbe religiosamente eseguito dall'inizio alla fine, ma ci tengo ad accommiatarmi da lui con la sua parte per me più coinvolgente.





Qui tutto è splendido, caldo e drammatico: l'intro e il solo di sax, i cori, il bridge di piano e le lyrics !


Ma il mio amico, forte delle amicizie musicali del fratello maggiore, aveva altre frecce al suo arco e con l'intensificarsi della nostra frequentazione (è uno di quelli con cui sono rimasto in contatto, neanche a dirlo), alimentata dalla crescente passione per la musica di entrambi (anzi... eravamo tre, ma l'altro agiva di rimessa), una volta pose sul piatto quello che è stato la mia svolta musicale più importante, perchè m'ha fatto conoscere la band che più ho amato in tutta la mia esistenza, alla quale ho dedicato ore ed ore di ascolto, traduzioni, interpretazioni dei testi, con amore, dedizione e trasporto.

Selling England By The Pound è in assoluto l'album più importante del mio percorso formativo musicale.
Le architetture sinfoniche dei brani, il timbro della voce di Peter Gabriel, la sua vena interpretativa, la teatralità dei testi (si pensi solo ai discorsi cantati che ci sono in 'The Battle of Epping Forest'), la solennità e i complicati intrecci degli strumenti, talvolta tendenti al barocco tanto erano sofisticati, mi affascinarono quasi subito e ne sono rimasto catturato per tutta la vita.

Al contrario del precedente, in questo caso lo considero anche il miglior album della band, dove la sinergia dei componenti ha raggiunto vette elevatissime.
Brani come 'Firth of Fifth', 'The Cinema Show', 'Dancing with the Moonlit Knight' e la stessa 'The Battle of Epping Forest' sono, a mio modo di vedere, irraggiungibili per perfezione stilistica e feeling!
 
I Genesis sono sempre stati i miei preferiti. Da ragazzo non passava giorno che non ascoltassi almeno un loro album.
Tentavo di carpirne le meraviglie nascoste, ed ogni volta mi accorgevo di qualcosa di nuovo: ora un giro di basso particolare, ora un ostinato di chitarra, ora una rullata leggera, oppure un semplice sospiro del cantante o un accordo dissonante delle tastiere... e tutto mi riempiva di gioia, perchè era un nuovo tassello dell'approfondimento della loro arte!

Mentre i Pink Floyd erano intimisti e più legati ai disagi della mente e della condizione umana, i Genesis arricchivano i loro brani di riferimenti letterari e di english humor, sia nei testi che nella musica, come si rileva dal brano seguente.





Già dalla marcetta iniziale si comprende che il brano, pur parlando di lotte fra bande rivali di delinquenti , lo fa in toni sarcatici, con riferimenti al famoso Robin Hood ed a tante altre cose.
Notate la ritmica di Collins: con quel fill (che è poi parte integrante del pattern), posto prima come break e poi come accento, genera tensione dove la parte musicale non sarebbe in grado di fare con la stessa efficacia.
Questa è genialità. Non è facile trovare qualcosa di simile in tutta la discografia prog, anche di batteristi tecnicamente superiori a lui.
Se ci fosse necessità di dimostrare che in un musicista la tecnica non è tutto, questa ne sarebbe la prova!
Tutto il cantato di Gabriel è quasi una piece teatrale, con quei cambi di timbro secondo il personaggio e le botte e risposte fra lui e Collins.
Ed è tutto sottolineato da interventi musicali dal sapore sarcastico.
Perfino il finale, quando sul campo di battaglia non è rimasto più nessuno, è permeato di dark english humor: "Non è rimasto nessuno. E' un pareggio. Così i capi delle rispettive bande lanciano in aria una moneta per stabilire il vincitore!"

Sono stato particolarmente orgoglioso di me stesso quando ho scoperto che alcuni amici, che allora trascuravano i Genesis perchè a loro dire erano troppo complicati, crescendo musicalmente (anche come musicisti) ne hanno scoperto l'enorme valore.

Entrambi le band, in definitiva, erano una parte di me, due delle tante parti di me: la malinconica-pessimista e la romantica-sarcastica.


Seguendo la mia naturale inclinazione alla diffusione della Musica, che poi scoprii essere una sorta di esigenza fisico/mentale, incominciai a diffondere "il verbo" prima in famiglia, dove trovai terrreno fertilissimo perfino fra i miei genitori, e poi tra gli amici.
Questa caratteristica di trasmettere entusiasmo in ambito musicale credo sia rimasta pressocchè immutata nel tempo, ma forse è più giusto che a dirlo siano coloro che "subiscono" i miei attacchi!


Le sorpese e le svolte non erano ancora terminate, nonostante tutto.

Il seguito alla prossima puntata! 

Ciao!

domenica 14 settembre 2014

Turning Point Albums - Prima parte

Ciao a chi mi legge!

Da un pò di tempo sui social network sono di moda le classifiche: i 10 libri più belli, i 10 dischi da portare su un'isola deserta (sfido poi chiunque riuscire ad ascoltarli!), i 10 singoli più amati, i 10 aforismi più significativi, etc.

Coloro che mi frequentano su Facebook tendono a non coinvolgermi in questi giochi: sanno che spezzerei inevitabilmente la catena, perchè queste cose mi annoiano e soprattutto non mi va di coinvolgere a mia volta persone che potrebbero sentirsi annoiate.

Però recentemente tutte queste "catene di S. Antonio"  mi hanno indotto alla seguente riflessione: 

Quali sono stati gli album che mi hanno provocato un benefico shock, mi hanno indotto a mutare la mia direzione musicale o mi hanno aperto nuovi orizzonti?

Credo che ciascuno di noi, appassionati di musica, abbia avuto momenti di transizione, periodi in cui s'è accorto che c'era dell'altro da ascoltare, approfondire e conoscere (per i pigri spocchiosi del prog questo ora è arabo, ma a suo tempo è loro servito per conoscere proprio il prog!)
Ovviamente non proporrò mai su Facebook una catena del genere, ma mi fa piacere condividere con coloro che vorranno seguirmi i miei TPA (Turning Point Albums) in ordine strettamente cronologico (pertanto inevitabilmente non ci saranno soltanto album di prog) e nel contempo vi racconterò, come al solito, qualcosa di mio, sperando di non annoiarvi!

Mark, Don & Mel dei Grand Funk Railroad mi folgorò ai tempi delle scuole medie, quando il mio mondo musicale era principalmente popolato da musica da ballo (James Brown, Joe Tex, The Incredible Bongo Band, etc.) e cantanti melodici italiani.
Era capitato per caso in una busta di LP che un mio amico aveva ricevuto in dono dallo zio, che aveva un negozio di dischi, o forse lo zio glie l'aveva "appioppato" perchè non riusciva a venderlo.

Passare dall'ascolto di 'Mi...ti...Amo' di Marcella ai due brani che aprivano questa raccolta fu DECISAMENTE uno shock, non trovate?









Il secondo brano, in particolare, mi impressionò per l'intro psichedelica, per la chitarra acida e con quel suono allora per me così strano, per il giro di basso, per il drumming e soprattutto per il finale con il bimbo che piange. Prima di allora non avevo mai sentito niente di simile!
Per tutta la mia vita non è esistita (e mai esisterà) altra 'Paranoid' che questa. Non me ne vogliano gli estimatori dei Black Sabbath, autori di un brano omonimo!

Fu così che questo piccolo, riccioluto (eh, si! Oggi faticate a crederci, ma ero pieno di riccioli ribelli!) e rotondo ragazzino entrò repentinamente nel mondo dell'Hard Rock. Comprendo che molti di voi potranno fare confronti con altri miti del genere, ma vi sto parlando di "svolte musicali"... e questa fu la prima!
Allora gli approfondimenti non erano semplici come ora e impiegai un pò di tempo per conoscerli meglio. Ancora oggi sono contento di averlo fatto!


Verso la fine delle scuole medie ci sentivamo grandi ed incominciammo ad organizzare le famose "feste" in casa, dove uno di noi, a turno, metteva i 45 giri, di cui ciascuno portava i suoi, e gli altri ballavano. Inutile dire che trascorrevo la maggior parte del mio tempo vicino al giradischi, rapito dalla moltitudine di 45 giri che potevo maneggiare.
Non che non m'interessassero le ragazzine, ma anche la scelta di un bel brano aveva il suo peso per fare colpo!
In quel periodo per ballare "i lenti" mettevamo spesso 'Giochi di Bimba' de Le Orme. Siccome mi piaceva anche il lato B 'Figure di Cartone' decisi di acquistare l'LP (Uomo di Pezza).
Fino ad allora avevo acquistato un solo album, I Gotcha di Joe Tex, mentre i GFR erano su una musicassetta.
Allora, ve lo assicuro, non era tanto semplice arricchire la propria discoteca e le proprie conoscenze in campo musicale.




Quando giunsi al negozio di dischi (D'Avenia, al Vomero) con le mie sudate 3000 lire, mi diedero l'LP la cui copertina vedete di fianco ed io ero convinto di trovarvi i brani che conoscevo!

Fin dalla prima volta che lo posi sul piatto non m'è mai più interessato che non vi fossero, tanto ne fui catturato!

Quando Le Orme sono venuti all'Afrakà, pochi anni fa, ed hanno suonato tutto l'album, HO VOLUTO andare dietro il palco a ringraziarli personalmente per avermi aperto le porte al genere musicale che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita (e lo farà fino alla fine dei miei giorni!): il Progressive Rock, a cui questo blog è amorevolmente dedicato.

Vi ripropongo il brano che mimavo con forza, fino allo sfinimento, quando girava sul piatto (e vi assicuro che mi emoziono ancora adesso all'ascolto!).






Questa è stata la seconda "svolta musicale", molto decisa, della mia vita.
La ricca struttura dei brani, la solennità e il pathos che sprigionano la musica, e l'alternarsi delle vicende dei due "pianeti in armonia" mi stregò a tal punto che non riuscii ad ascoltare più nient'altro per un lungo periodo di tempo!
... e mi ha stregato a tal punto che il Prog è la musica che è strettamente in sintonia con la mia anima musicale!

Come aneddoto triste posso dirvi che non ho più questo LP, devo accontentarmi del CD.
Quando lo prestai ad un tipo di nome Arturo N., che non dimenticherò mai per questo, me lo rese con il lato B tutto graffiato, credo con una matita, ed io, allora un pò impacciato e timido, non ebbi il coraggio di dirgli che avrebbe dovuto ripagarmelo, anche perchè in precedenza avevo contribuito a perdere il suo E Pluribus Funk per una disattenzione.
Gettai via la mia copia inascoltabile qualche anno dopo il matrimonio, quando acquistai il CD.

Nel breve volgere di un paio d'anni la Musica, fino ad allora da me considerata un bel divertimento, cominciò a divenire un'esigenza quasi fisica.

Per ora mi fermo qui.
Come al solito mi farebbe piacere sapere se questo post vi ha annoiato o vi interessa conoscere gli altri 11 album che hanno, in qualche modo, mutato ed arricchito i miei orientamenti musicali, sia come ascoltatore che come musicista amatoriale.

Alla prossima!

giovedì 11 settembre 2014

VEROODSTOCK ! Ovvero il Festival Prog più libero del mondo.

Ciao a chi mi legge!

Questo post è dedicato a tutti coloro che hanno condiviso e condividono con me questo splendido evento annuale che può riassumersi in tre parole: musica, libertà e amicizia.


Da qualsiasi punto del mondo si parta, per raggiungere Veruno (NO) occorre attraversare boschi fitti di alberi e strade più o meno asfaltate.
Sono ormai più di quattro anni (e cinque edizioni del Prog Fest) che la raggiungo, più volte all'anno, ed ogni volta mi sembra di entrare in un mondo diverso, quasi incantato.
Io non so cosa provò Eddie Valiant, in Chi ha incastrato Roger Rabbit, attraversando il tunnel per recarsi a Cartoonia, quando vide lo scenario cambiare repentinamente, rivelando un mondo di colori, gioia e spensieratezza, ma credo di essergli molto vicino!

Non ci è dato di sapere quanto sia spensierata la popolazione di questa piccola cittadina, che non ha neanche uno sportello Bancomat per i prelievi di contante, ma sicuramente è estremamente socievole, empatica ed ha un innata predisposizone all'ospitalità!
Predisposizione che peraltro sperimento di persona da tre anni ormai e mi sento sempre in debito verso le splendide persone che si prodigano per me, e quest'anno anche per mio fratello, che mi ha reso felicissimo condividendo con me (e con il mio amico che mi ha fatto conoscere la manifestazione) questa esperienza. 
Dopo le centinaia di mani strette, le presentazioni e gli slanci affettivi nei miei confronti da parte dello staff organizzativo, dei musicisti che si esibiscono o che intervengono come spettatori e gli avventori che vi partecipano, immagino che abbia compreso perchè sono tanto legato a questa manifestazione e a queste persone!

Veruno è definita Città della Musica per via della sua filarmonica ormai centenaria, e il 2 Days Prog+1 (si chiama così perchè in origine era organizzato su due giorni e ora su tre) è inserito nel contesto del Settembre musicale Verunese, che comprende questo evento di musica rock, un evento di musica jazz e uno di musica classica.
Per quanto mi riproponga sempre di partecipare a tutti e tre, per un motivo o per un altro non vi sono mai riuscito ... ma al 2 Days Prog+1 non rinuncio mai!
Tutti gli eventi sono rigorosamente gratuiti e questo è un altro punto a favore di questa splendida iniziativa che non trova eguali in nessuna parte del mondo!

L'aria che si respira in questo piccolo centro, nel periodo del festival, è incredibilmente festosa, romantica e soprattuto si ha la sensazione di essere completamente liberi e sempre a contatto con la natura, la musica e la gente.
Ci si incontra tutti, musicisti, organizzatori e appassionati, scambiandosi sorrisi, offrendosi l'uno con l'altro una bibita (in generale birra!), discutendo amabilmente di musica, scartabellando allegramente fra i CD, i DVD e le decine di bancarelle che offrono di tutto, sempre in tema musicale!

I musicisti, che poi si avvicenderanno sul palco, sembrano sentire questa atmosfera particolarissima ed appaiono rilassati e disponibili, non si tirano mai indietro, sia per le foto e gli autografi che per vivere qualche momento conviviale. L'anno scorso i Three Friends (emuli degli originali Gentle Giant) parteciparono con noi ad una scorpacciata di carbonara gentilmente preparata ed offerta da Massimo Dolce, chitarrista/compositore dei Gran Turismo Veloce! Fu una splendida nottata piena di gioia e divertimento!


E' meraviglioso respirare a pieni polmoni questa atmosfera quasi surreale!
Proprio per questo, nei tre giorni della manifestazione, la piccola Veruno diventa la grande Veroodstock! Nome che ho inventato l'anno scorso e da allora entrato nel lessico dei progsters!

Ma veniamo alle mie impressioni sulle bands che si sono avvicendate sul palco, rigorosamente in ordine di apparizione:



1° Giorno

FEM (Forza Elettro Motrice)


E' una band che seguo da tempo ed ho visto già varie volte LIVE.
Il loro album Sulla Bolla di Sapone, uscito quest'anno per la Altrock ha riscosso buone critiche.
In effetti il loro sound è fresco e ricco di contaminazioni che spaziano dal RPI del Banco del Mutuo Soccorso a qualche venatura jazzrock di buona fattura, usano strumenti poco frequenti nel genere (come il trombone) e mostrano una buona originalità.
Rispetto alle prime esibizioni il gruppo, che ha alcuni nuovi innesti, si è amalgamato ed è cresciuto, la performance è più fluida e questo ha migliorato la musicalità dei brani LIVE.
Il timbro di voce del cantante Massimo Sabbatini permane alle mie orecchie poco congeniale (ma ritengo che sia un mio problema), però è intonato, non stecca mai dal vivo (cosa frequente, specie fra i giovani cantanti) e la sua naturale comunicatività gli dà una marcia in più.


Franck Carducci and Band



Nella migliore tradizione olandese/francese la band è molto teatrale, il leader istrionico e comunicativo e i musicisiti sono di grande esperienza e perizia tecnica.
La loro musica non segue propriamente i dettami del Progressive, imperniata com'è su riff blueseggianti e linee melodiche accattivanti, ma tramsette una buona carica e i musicisti sanno fare grande spettacolo!
Nel brano 'Alice's Eerie Dream' la cantante si è trasformata in una specie di Alice di Carroll in abiti succinti, suscitando sorpresa ed ammirazione nel pubblico (specie maschile!)


Martin Turner plays Wishbone Ash


A mio modo di vedere la nota dolente di tutto il festival.
Noiosi, banali, ripetitivi e poco interessanti.
Ammetto di non conoscere i Wishbone Ash e mi hanno riferito che i brani proposti erano, in fondo, i punti più bassi della loro discografia.







Focus

Qui è stato il contrario.
Conoscevo poco della loro discografia, e  non ero convinto che mi avrebbero impressionato, invece sono rimasto sorpreso dall'impatto del muro di suono che ci ha investito. Bella performance, ottima musica e bravi musicisti!
Thijs Van Leer, istrionico leader e membro fondatore della band, ci ha regalato alcuni momenti di alta classe musicale, miscelando il suo yodelling con splendidi virtuosismi alle tastiere e al flauto e con un ottimo lavoro del suo bravissimo chitarrista.
Sempre secondo la mia opinione, leggermente troppo dilatati i momenti solistici verso il finale, reminescenze del modo di fare spettacolo negli anni '70 e non più attuale.



2° Giorno

Kingcrow

Non si può dire che sia una band emergente, visto che ha 5 album al suo attivo, l'ultimo In Crescendo è uscito nel 2013.
Il gruppo, di origine romana, suona un progmetal piuttosto affine agli ultimi  Porcupine Tree, ma anche ai Riveside, con ottime linee melodiche innestate su un'ossatura musicale piuttosto heavy.
Sicuramente interessanti, credo che meritino un approfondimento!


Overhead


Interessante anche questa band finlandese dai brani lunghi e variegati, di ispirazione talvolta pinkfloydiana, talaltra crimsoniana.
Lievemente didascalici, un pò orientati più alla forma che al contenuto, ma si sa... provengono da climi freddi!
Hanno al loro attivo 4 album, l'ultimo dei quali nel 2012, ma hanno proposto anche un unreleased che sarà sul loro prossimo album.


Spock's Beard

Devo essere sincero... non mi aspettavo niente di buono dalla loro performance, visto che gli ultimi due album non mi sono piaciuti granchè, ma la band americana ha tirato fuori una playlist di grande valore, spaziando su tutta la loro discografia e tirando fuori brani da The Light, The Kindness of Strangers, Snow, Feel Euphoria e i nuovi album.
Ted Leonard ha mostrato di avere un timbro di voce molto vicino a quello di Neal Morse, ma non la sua estensione vocale, cedendo sugli acuti.
Troppo gigioni nelle loro movenze sul palco, in questo tipicamente americani, ma preziosamente supportati dalla splendida chitarra di Alan Morse e dalle tastiere di Ryo Okumoto. Qualche imprecisione di troppo, che non credo di aver colto solo io. Jim Keegan impeccabile e preciso... ma non ha il talento e la sensibilità di Nick D'Virgilo.


Änglagård

Sogno, estasi, immaginazione che sfugge al controllo, stile, fascino, solennità, ritmo, paure ancestrali e echi di mondi lontani!
Queste sono le sensazioni che ho provato ascoltando questa grande band che giunge dalla Svezia.
Avrebbero dovuto suonare prima degli Spock's, ma per problemi organizzativi hanno invertito i turni... e forse è stato meglio così, perchè la notte è stata loro amica e complice... ed ha contribuito a creare un'atmosfera densa e a tratti surreale, sulle note di questo fantastico quintetto che usa soltanto strumenti analogici, nulla di computerizzato.
Come ho avuto già modo di dire in altra sede, non è musica per ascoltatori frettolosi e distratti. E' Musica Classica Attuale, non me ne vogliano gli spocchiosi!
Sicuramente non per tutti, ma una grande gioia per le orecchie, il cuore e la testa di chi riesce ad apprezzarli!




3° Giorno

Barock Project

Grande giovane band italiana (3 album all'attivo) dal "tiro" eccezionale e dotata di notevole intensità espressiva.
Hanno aperto l'assonnata terza sessione (potrete ben immaginare che non si dorme granchè a Veroodstock!...) scaldando immediatamente il pubblico con le rampanti tastiere di Luca Zabbini, anima virtuosa e compositore principale della band.
Avevo avuto già la fortuna di ascoltarli LIVE a Milano quando presentarono il loro ultimo lavoro Coffee in Neukolln e ne ero rimasto impressionato già allora.
Al termine dell'esibizione qualcuno scherzando ha detto che tutto sommato il terzo giorno poteva anche terminare lì, tanta è stata la carica emotiva che hanno trasmesso questi giovani musicisti!


IO Earth

 Seconda splendida presenza femminile sul palco di Veruno (chi ha detto che nel prog ce ne sono poche?), questa volta in abito da vestale.
Il timbro di voce di Linda Odinsen ricorda quello di Heather Findlay e la band ha un sound a metà fra Mostly Autumn e Curved Air, ma con interventi più heavy, principalmente orientati a mettere in luce le buone qualità del chitarrista.
Musica di buona fattura ma che non lascia un segno permanente.


Leprous


I "lebbrosi" norvegesi suonano un progmetal piuttosto estremo ed hanno suscitato emozioni contrastanti tra il pubblico.
C'è chi li ha apprezzati immediatamente e chi li ha demoliti senza ritegno.
Personalmente li ho trovati musicalmente abbastanza interessanti, anche se i loro eccessi me li rendono un pò invisi.
Quello che non riesco ad apprezzare è il modo di cantare, altalenante fra un falsetto urlato e il growl, entrambi piuttosto ostici per i miei canoni musicali.
Da rilevare che i brani più recenti, dove il sound si è spostato verso un prog più melodico (come hanno fatto anche gli Opeth a partire da Heritage) presentano una maggiore intensità emotiva.


PFM - Premiata Forneria Marconi

La band che, insieme con il Banco Del Mutuo Soccorso, ha gettato le basi dei canoni stilistici dell'RPI non necessita di presentazioni.
Sulla scena ormai da 35 anni ha riempito le nostre vite di splendide melodie, accattivanti ritmiche e testi taglienti ed efficaci.
Quando sono saliti sul palco abbiamo notato gli inevitabili segni dell'età su ciascuno di loro, ma appena hanno preso a suonare, così ricchi di energia e passione inalterata, siamo tornati tutti indietro nel tempo e ci sono sembrati improvvisamente di nuovo giovani, forse merito anche del funambolico Franz Di Cioccio, mai fermo un momento.
La playlist ha attinto brani da una buona fetta della loro immensa discografia, passando per 'Impressioni di Settembre', 'Il Banchetto' e giungendo a brani dall'ultimo lavoro PFM in Classic. L'encore, degno finale di una splendida 3 giorni di musica, è stata la sempreverde 'Celebration', dove tutti abbiamo incominciato a saltare e ballare, compatibilmente con lo spazio disponibile, visto che la piazzetta era gremita in ogni ordine di posto.
Peccato non poter rivedere nulla della loro esibizione nel consueto DVD di Ver1 Musica a causa di una (per me) incomprensibile riserva sulla liberatoria. Unica nota stonata di una band che riesce ancora ad emozionare.


Il 2 Days Prog+1, nel breve periodo di sei edizioni ha catturato l'attenzione di tutto il mondo, è seguito dal Giappone, dove c'è una folta schiera di amanti del RPI (Rock Progressivo Italiano), dagli USA e da tutta l'Europa.
Come qualcuno ebbe a dire qualche tempo fa, è una delle rarissime isole felici in un mare di colpi bassi, sotterfugi e scortesie, sempre presenti in questi ambiti.

Con la collaborazione delle istituzioni e principalmente con la benevolenza degli sponsor, sempre pronti a gettare il cuore oltre l'ostacolo anche in tempi bui come questi, il  2 Days Prog+1 è una perla di rara bellezza, un appuntamento al quale non si può rinunciare!
Anche perchè, attraverso i social network, TUTTI noi appassionati contribuiamo alla sua diffusione ed alla buona riuscita della manifestazione.
Ci sentiamo così tanto partecipi che, a distanza di meno di una settimana dalla fine del festival, stiamo già dando, all'organizzatore Alberto Temporelli (cui vanno sempre i nostri infiniti ringraziamenti per la dedizione e la passione che mette ogni volta), indicazioni e suggerimenti (forse anche sognando un pò!) per le band che vorremmo vedere calcare il palco nel 2015!

Se questo non è amore spiegatemi cos'è!