Sophya
Baccini è bionda ed ha la carnagione molto chiara.
Nulla
a che vedere con i prorompenti colori accesi delle donne meridionali.
Eppure
parlare con Sophya è come tuffarsi nel Golfo davanti
all'Isola di Capri, talmente è prorompente e sana la sua naturale
comunicativa, tipicamente partenopea.
Quando
parla è un fiume in piena, arricchisce gli argomenti con citazioni e
riferimenti e mentre lo fa ti osserva, con i suoi grandi occhi
sinceri e comprendi che ciò che sta dicendo è la pura verità o sei
disposto ad accettare che lo sia.
Ho
visto Sophya varie volte sul palco, sempre come guest
degli Osanna.
E'
passionale, vibrante e la sua splendida voce, potente e perfettamente
modulata, mi cattura ogni volta, dandomi brividi di piacere.
Avendo
molto apprezzato i suoi lavori Aradia e Big Red Dragon,
piuttosto diversi fra loro, desideravo conoscerla meglio, così ho
colto l'occasione del FIM
per poter scambiare qualche parola con lei.
“Solo
qualche minuto che poi deve andare al trucco per le rirpese video”
- mi hanno detto – e siamo rimasti a parlare quasi un'ora nella
restroom dove si
trovava con tutta la sua band.
Stella Manfredi era intenta a scaldare l'archetto
del suo violino.
D.: Due napoletani che si incontrano a Genova...
R.:
Genova mi piace moltissimo! E pensare che l'ho conosciuta per caso.
Ero andata a Milano per registrare un master
e poi venimmo qui a Genova, non ricordo neanche perché . L'ho
sentita immediatamente familiare, forse per la sua somiglianza con
Napoli, la costiera amalfitana...
D.: Si. E' una bella città. La rovinano un po'
la ferrovia e i fiumi che la sezionano, ma ha uno splendido centro
storico! Dico sempre che io adoro Genova ma lei mi respinge...
R.: Esattamente come Napoli! Sono città di mare,
accoglienti ma orgogliose!
D.:
Una band tutta al
femminile! Seppure non sia una novità assoluta rimane una scelta
originale! E' una scelta “di campo”?
R.:
Certo! Era un mio pallino da tempo. Fatta eccezione per Chicco
(Accetta,
il chitarrista), con cui ho un sodalizio artistico da molto tempo,
volevo creare una band
che fosse di ottima qualità, ma tutta al femminile e finalmente ci
sono riuscita! L'ultimo inserimento è stato quello di Isa
(Dido,
la bassista) ed è stata un'ottima scelta!
D.: Concordo. Tutte brave e belle come te le tue
compagne di viaggio!
Il
tuo primo album Aradia
era più orientato al classico, mentre questo nuovo Big
Red Dragon
ha sonorità più dure, pur mantenendo una buona dose di echi
classici e folkloristici che lasciano trasparire la tua buona
napoletanità. Cosa è cambiato?
R.:
E'
cambiata l'ispirazione. In realtà stavo lavorando in tutt'altra
direzione, quando rimasi letteralmente folgorata da un evento
inatteso che mi ha portato a riversare la mia attenzione sulle opere
e i dipinti di William
Blake,
il pittore che ha illustrato la Divina
Commedia,
di cui poi, approfondendo la conoscenza, ho scoperto essere una
specie di Leonardo
Da Vinci
del 1700.
D.: Una specie
di Sindrome di Stendhal?
R.:
Più o meno, si. Sai... William
Blake
non era solo un pittore, era anche un poeta e un visionario. La sua
fervida immaginazione si manifesta nei suoi incredibili dipinti, fra
cui il Grande
Drago Rosso
(Big Red Dragon in
inglese)è quello che mi ha colpito di più!
Ne parlai a Massimo
(Gasperini. Lui e
Pino Pintabona sono
la sistole e la diastole della Black Widow Records)
che fu subito entusiasta dell'idea e così andai avanti..
Ogni brano del mio
album trae ispirazione da un suo dipinto e con simili riferimenti è
quasi naturale che il sound si sposti verso il rock.
D.: Certo.
Permane però la tua vena classica in tutto il lavoro. Hai studiato
musica?
R.: Si. Sia
canto lirico che pianoforte.
D.: Quanto ti
hanno aiutato gli studi classici nella composizione dei brani?
R.: Moltissimo.
Sono stati un riferimento costante e la base per lo sviluppo armonico
dei brani.
D.: Altrimenti,
come per alcuni “musicisti” si rimane ancorati sempre agli stessi
giri armonici, cioè, come si dice, i soliti quattro accordi?
R.: Lo studio
serve a migliorare la tecnica ed ampliare le proprie prospettive, ma
occorre avere qualcosa dentro che ti spinge a comporre e la passione
di farlo. Altrimenti rimangono soltanto esercizi sterili che non
portano da nessuna parte.
D.: Nel tuo
album ci sono molti ospiti...
R.: Si. Ognuno
di loro è stato il valore aggiunto per completare i brani come
sentivo che dovevano essere. Così Christian Decamps
(Ange), Elisa
Montaldo (Il Tempio
Delle Clessidre), Lino
e Irivn (Vairetti
- Osanna), Aurelio
Fierro jr. e tutti gli altri mi
hanno dato una mano ad ottenere questo importante risultato di cui
sono molto soddisfatta!
Scherzo un po' con il
resto della band, ringrazio loro e Sophya
e li lascio liberi di prepararsi per il concerto che terranno di lì
a poco.
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