sabato 16 aprile 2011

L'Amore ai tempi del Prog...

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L'amore è per tutti un argomento piuttosto difficile da trattare.
Forse perchè non esiste essere umano che non ne abbia provato i benefici effetti di piacevole disorientamento, abbandono delle convenzioni e delle riserve, essere convinti che non si era vissuto quasi per niente prima di provare questo tumulto di sensazioni fisiche e mentali che inebria, dà la sensazione di camminare su una nuvola e nello stesso tempo di sentirsi piacevolmente disarmato nei suoi confronti.

Proprio per tutta questa serie di splendidi motivi, quando l'amore viene a mancare si prova un'unica sconvolgente sensazione : buio pesto.

Il progressive rock di autore (tralasciamo la 'monnezza') è principalmente espressione delle proprie esperienze e sensazioni in musica. Proprio per questo non è esente da complessità strutturali e armoniche le cui radici affondano talvolta nel barocco, talaltra nel romantico. 
Occupandosi dell'animo umano, era inevitabile che il prog si occupasse anche di "Questo Folle Sentimento" (come direbbe La Formula 3 - famoso gruppo italiano prog oriented degli anni '70).

I Marillion, attraverso le liriche di Fish prima e di Hogarth poi, ci hanno fornito praticamente tutte le chiavi di lettura sull'argomento. 
Non ricordo un altro gruppo musicale prog che abbia iniziato il proprio primo album con testi di simile intensità emotiva:
So here I am once more in the playground of the broken hearts 

One more experience, one more entry in a diary, self-penned 

Yet another emotional suicide overdosed on sentiment and pride 

Too late to say I love you, too late to re-stage the play 

Abandoning the relics in my playground of yesterday




Questa non è una semplice canzone ispirata ad un amore perduto. E' qualcosa di più.
A renderla differente è l'ambientazione musicale: l'intro a cappella, lo scarno pianoforte, l'atmosfera dimessa e struggente che pervade tutto il brano a partire dall'esplosione dopo "the game is over", gli interventi di chitarra di Rothery (specialmente il secondo assolo) così ricchi di feeling, con quel suono così tagliente e sul finale la voce, quasi rotta dal pianto, che recita:
Can you still say that you love me
pur conoscendo l'intrinseca risposta a questa domanda.

Mentre  Fish generalmente si presenta , nonostante la sua mole imponente, piuttosto impreparato e tramortito di fronte alle 'cose di cuore', Hogarth è più reattivo e sarcastico, come affiora ad esempio dall'intro di 'Quartz':
I can imagine nothing more tedious 
Than trying to have fun with you again 
Maybe it's just something in my mind
But I hate feeling like I'm trying all the time
It's a kind of lie When we pretend that we're still friends




Ma lo stesso Hogy si abbandona alla disperazione quando la sofferenza aumenta, come in 'Dry Land':

You're an island 

But I can't leave you all out at sea 

You're so violent with your silence 

You're an island 

I can't sleep 

Won't you speak to me 

I'm on dry land 

Won't you help me please




Il brano è un pò più pop oriented di quelli che generalmente posto su questo blog, ma vi invito a prestare ancora una volta attenzione al vocalism accoratissimo di Hogy (a mio modo di vedere un grande interprete con una splendida voce) e al solo di Rothery, perchè non è tecnicamente complicato, ma intenso, coinvolgente e commovente.

Coloro che conoscono i Marillion come e meglio di me sono a conoscenza che ci sono decine di esempi nella loro discografia che varrebbe la pena di citare, che parlano ora di legami spezzati ('Punch & Judy', 'These Chains', etc.), più raramente di momenti di piacevole condivisione del sentimento ('Fantastic Place', 'No One Can', etc.).

Molti potranno pensare: "Si, vabbè... parlare d'amore è sempre più semplice che elaborare dei testi impegnativi".
In parte è vero, perchè l'amore ci tocca tutti da vicino e riusciamo ad immedesimarci più facilmente anche nella più banale delle love songs, ma è pur vero che l'argomento è stato toccato dai più grandi nomi della scena progressive, seppure ciascuno a suo modo e secondo il proprio punto di vista.


Il Banco del Mutuo Soccorso nel 1972 si prese la briga di parlare della teoria evolutiva di Darwin e della sua manifesta contrapposizione alla dottrina cattolica:
Ed ora ditemi se la mia genesi
fu d'altri uomini o di quadrumani
Nonostante l'amosfera estemamente 'politicizzata' del lavoro, il bravissimo pianista Gianni Nocenzi trovò il modo di inserirvi un brano di mirabile fattura che parlava dell'amore preistorico. Ascoltatelo.





Per fortuna qui non c'è bisogno di traduzione.
Ascoltate la dinamica del brano: come Gianni riesca con i trilli e i crescendo a garantire la giusta  intensità.
L'intermezzo ci fa comprendere che quel troglodita è rimasto lì tutto il giorno ad osservare l'amata, timoroso persino di avvicinarsi, perchè non si sente alla sua altezza: la vede così splendida nelle sue forme morbide!
L'eccitazione del primo istante ha lasciato il posto ad una dimessa rassegnazione e quando la vede andare via è disperato, perchè comprende che ancora una volta non è riuscito a manifestarle il suo sentimento e il brano coglie il suo attimo migliore con i virtuosismi al piano e l'intensità crescente.
Molto, molto bello.


I Kansas nel loro album Song For America parlano di un amore maturo, ma non per questo meno forte, e del forte desiderio di non voler vivere senza la persona amata.





Il brano è molto sinfonico, con i 'crescendo' e i 'pianissimo' che sorreggono l'argomento trattato: un uomo anziano osserva fuori, sotto la neve, la tomba della moglie. Il suo desiderio di rivederla è così forte che improvvisamente gli appare e lo prende per mano, come se volesse portarlo con sè. Inizialmente ne ha paura ma poi si abbandona piacevolmente all'idea di seguirla.
L'intermezzo del brano ci fa comprendere che le sue sono state soltanto fantasie e il violino struggente sottolinea l'immensa solitudine in cui crolla quest'uomo, quando l'immagine di lei svanisce e lui torna a guardare fuori la finestra, consapevole che un giorno finalmente torneranno insieme:
He stood before the window gazing at the grave,
And with a lightened heart he saw the first of dawn,
He knew that she was waiting, that someday they'd be as one.

Fatemi sapere se v'è piaciuto!


I Genesis, in uno dei loro brani 'eterni', hanno narrato dell'amore che la ninfa Salmace provò a prima vista per Ermafrodito, il figlio della 'colpa' di Ermes e Afrodite, e di come la ninfa riuscì a convincere gli dei ad unirli per sempre in un solo essere.

Scusate.... mi emoziona già soltanto citare questo capolavoro....





E' perfetto, non è vero?
Ascoltate l'intro quasi liquida, con il mellotron in crescendo, l'interpretazione aulica di Gabriel, lo splendido lavoro di Hackett (che non mi delude mai!), il drumming ricercatissimo di Collins.
Il brano è tutto pervaso da questa atmosfera allo stesso tempo mistica e greve di pathos.
The water tasted strangely sweet.
Behind him the voice called again.
He turned and saw her, in a cloak of mist alone
And as he gazed, her eyes were filled with the darkness of the lake.
La visione di Salmace con gli occhi pieni dell'oscurità del lago è sottolineata da un intermezzo estremamente coinvolgente: quando esplodono tastiere e chitarra insieme è di un'intensità incredibile!
E il drum 'n' bass successivo, le tastiere che scandiscono il tempo in levare, il flauto, i cori intensi, il basso che si arrampica sulle scale cromatiche... tutto!
Alla fine, dopo un break di ineguagliabile efficacia, si giunge a
Both had given everything they had
e il brano è al punto più alto della sua solennità e ci viene voglia di gonfiare il petto per sostenere il finale così vicino ad un brano di musica classica.


L'amore è un sentimento così intenso che, quando ci viene strappato l'amato bene, può crescere in noi un irrefrenabile desiderio di vendetta.
Fino a desiderare che ciò che è stato nostro non debba essere di nessun altro.
Questo i King Crimson, o meglio Pete Sinfield, che scriveva i loro testi, lo sapevano bene. Nel loro album 'Islands' inserirono questa perla di inestimabile valore.





Ascoltate l'intro di chitarra com'è pesante di tristezza, così essenziale, così silenziosa e dimessa.
Si parla di due donne e di un uomo fra loro.
Vi riporto il testo in inglese perchè qualsiasi traduzione ne comprometterebbe inevitabilmente il valore artistico:
With quill and silver knife
She carved a poison pen
Wrote to her lover's wife:"Your husband's seed has fed my flesh".
As if a leper's face That tainted letter graced
The wife with choke-stone throat
Ran to the day with tear-blind eyes.
Impaled on nails of iceAnd raked with emerald fire
The wife with soul of snowWith steady hands begins to write:
"I'm still, I need no lifeTo serve on boys and men
What's mine was yours is deadI take my leave of mortal flesh"

L'intermezzo musicale fra la prima  e la seconda parte rende perfettamente l'idea della disperazione di questa donna che apprende, da una lettera velenosa dell'amante del marito, che questa attende un figlio da lui.
Quella chitarra agghiacciante che quasi si strozza e quel sax accompagnato dal frusciare delle spazzole sono di un'incredibile efficacia.
Ma ciò che è più agghiacciante è la lettera di ritorno della moglie, nella quale annuncia all'amante che ha ucciso il marito e presto lo seguirà!
Il genio di Fripp lo induce a scandire la lettera della moglie, così scarna, asciutta e diretta,  SOLTANTO dal tintinnio di un piatto della batteria!


Per terminare questo lunghissimo post (non mi aspettavo che sarebbe diventato così corposo, sebbene l'argomento quasi lo imponga) tornerei all'amore perduto e disperato, con un vecchissimo brano dei Van Der Graaf Generator, tratto dall'album 'H to He (Who am the Only One)' del 1970.





Sebbene il brano inizialmente sembri assumere un tono quasi sarcastico, il primo intermezzo musicale rende l'idea del disagio e dei sensi di colpa che assalgono quando un rapporto importante si è esaurito.
Musicalmente il brano non è di semplice digestione, con quel sound jazzy tipico dei VDGG di allora, le continue variazioni ritmiche e gli intermezzi strumentali molto free, ma va assimilato... e soltanto dopo ci si accorge dell'immenso lavoro del grande David Jackson ai sax e di tutti gli altri strumentisti.
Hammill è intenso e suggestivo nella sua interpretazione e quando recita:
I look up, I'm almost blinded by the warmth of what's inside me
and the taste that's in my soul,but I'm dead inside as I stand alone ....
non parla di lacrime... ma comprendiamo tutti che "sono quasi accecato dal calore che è dentro me" indica che le lacrime sgorgano copiose. Ed è struggente sentirlo dire "sono morto dentro mentre mi ergo solitario", con quel sax virtuoso che ne sottolinea la inevitabile presa di coscienza.

Ma sul finale non riesce a fare a meno di citarle:
Looking out through the tears that bind me
my heart bleeds that you may find me ..
or at least that I canforget and be numb, but I can't stop, the words still come:
I LOVE YOU
Vorrebbe dimenticare e diventare insensibile, ma non può...

C'è qualcuno fra voi che sia riuscito a sfuggire a tutto questo?

Un saluto e al prossimo post!

Se questo post vi ha interessato, date uno sguardo all'altro sull'argomento!

http://proglessons.blogspot.com/2011/06/lamore-ai-tempi-del-prog-2.html

Ciao!