domenica 13 marzo 2011

The Lamb, The Wall, Quadrophenia - I miei capisaldi





Che spettacolo, eh?
Le tre sleeves dei miei albums preferiti in sequenza!
Mi emoziona il solo vederle di seguito, così come sono impresse indelebilmente "in my heart and in my soul"!

Per coloro che mi conoscono bene non è una sorpresa.
Ho sempre detto a tutti coloro con cui parlo di musica che questi sono gli unici album concept (cioè che narrano una singola storia) che non posso ascoltare se non dall'inizio alla fine.

Molto probabilmente ciascuna di queste tre pietre miliari troverà uno spazio tutto suo su questo blog, anche se The Who non possono essere considerati proprio progressive, ma qualcosa che ne contiene alcuni aspetti (il sito www.progarchives.com  li considera infatti 'proto-prog').

Ma cosa può accomunare la storia di Rael, il protagonista di The Lamb a quella di Pink o a quella di Jimmy? Perfino le ambientazioni sono diverse!
Rael si muove in una New York sotterranea, popolata da strani personaggi (tutti ovviamente allegorie di situazioni o personaggi della vita reale);
Pink si muove nel mondo stressante quanto luccicante delle rockstar, con le groupie, i manager privi di scrupoli e tutto il resto;
Jimmy vive le sue storie di mod ribelle in un ambito storico completamente differente (anni '60), per le strade di Londra e di Brighton, a cavallo della sua Lambretta.

Eppure qualcosa c'è... analizziamo velocemente le tre storie, così come le ho interpretate io...


The Lamb Lies Down on Broadway(1974) - Genesis

Il giovane Rael è un portoricano che non è riuscito ad integrarsi nella Grande Mela e vive ai margini della società, tra furti, atti di teppismo e reclusioni. 
Sostiene di avere un fratello, John, che invece si è integrato perfettamente nella società, tanto che ha vergogna di lui, per cui lo tiene a distanza.
Rael è solo, e per dimostrare a se stesso e agli altri che la situazione non gli pesa, ostenta sicurezza, durezza e continua a commettere i suoi piccoli misfatti.
Dopo una nottata trascorsa a scrivere il suo nome sui muri della metro (solo così riesce a dimostrare a se stesso e agli altri di esistere), viene improvvisamente risucchiato in un'avventura sotterranea dove incontra numerosi strani personaggi (tutti molto vicini alla Morte), sui quali conta di fare affidamento, ma viene regolarmente contraddetto dai fatti.
E' tutto molto semplice: Rael è disperato e vorrebbe farla finita, ma qualcosa glie lo impedisce.
Allora comprende che deve cavarsela, come al solito, da solo, specie perchè il fratello, l'unico che potrebbe farlo realmente, rifiuta ostinatamente di aiutarlo.
Sul finire della storia, Rael, costretto a farsi evirare per sopravvivere, insegue il corvo che gli ha sottratto il tubo contenente il suo pene, quando vede che suo fratello John è scivolato nel fiume sotterraneo ed è preda delle rapide. A quel punto Rael lascia perdere sia il corvo che la finestra che gli si è parata davanti, che gli permetterebbe di tornare al modo di superficie, e si lancia fra le rapide per salvare il fratello. 
Quando finalmente riesce a trarlo in salvo si accorge, con sua enorme sorpresa, che ha salvato se stesso e non il fratello
Something's changed, that's not your face... It is mine! It's mine!
ma per fare ciò è costretto a rimanere solo con se stesso nel mondo sotterraneo.
John non era altro che una proiezione di Rael, pertanto era egli stesso a negarsi aiuto, ma quando ha ravvisato che c'era il forte rischio di perdersi irrimediabilmente, ha reagito rimettendosi in gioco, pur consapevole di dover affrontare un lungo periodo di scelte difficili (il buio sotterraneo, appunto...).



The Wall (1979) - Pink Floyd

Pink è una rockstar di successo.
Ciononostante è pieno di insicurezze provenienti da un'infanzia vissuta in assenza del padre, morto in guerra (da notare che anche in Tommy dei The Who il padre è considerato morto in guerra), con una madre incombente e asfissiante, un matrimonio fallito, forse perchè contratto frettolosamente per sfuggire all'incombenza della madre, e tante piccole manie (stare sempre davanti alla TV, indipendentemente da ciò che trasmette, distruggere le cose e mettere in ordine spasmodicamente tutti i pezzi, dal più grande al più piccolo, etc.), è preda dei suoi manager che, assumendosi le responsabilità di tutte le sue 'stranezze', pretendono di regolargli la vita con ritmi di lavoro massacranti e stressanti.
Pink si rende conto di essere circondato da decine di persone che non manifestano alcun interesse per lui, ma solo per quello che egli può procurar loro in termini pratici e gradualmente si convince che per sopravvivere non c'è altra strada che rinchiudersi in se stesso, costruire un muro (The Wall, appunto) che lo preservi dagli attacchi esterni, diventando così 'piacevolmente insensibile', come asserisce nel brano cardine del doppio album
I have become Comfortably Numb 


Pink è disperatamente solo.
Ma il suo innato desiderio di manifestare ciò che sente (è pur sempre un artista dotato di un'enorme sensibilità) lo costringe a scrivere in versi, su un libriccino di cui soltanto lui conosce l'esistenza, tutto il suo disagio.
Quando viene trovato in stato confusionale, con il libriccino in mano, comprende che tutte le sue paure e i suoi pensieri più reconditi ora diventeranno di pubblico dominio, pertanto dovrà affrontare il giudizio di tutti ('The Trial') e sarà costretto ad abbattere il muro che lo nascondeva, per manifestarsi inerme agli attacchi esterni.



Quadrophenia (1973) - The Who

Jimmy è un giovane ragazzo londinese.
Lavora come fattorino in un'azienda, ma odia il suo lavoro e lo fa svogliatamente, solo per guadagnare qualcosa per agghindarsi, 'customizzare' la sua Lambretta e comperare qualche pasticca per sballarsi un pò con i suoi amici mods. 
E' innamorato pazzamente di Steph, una ragazza che ama solo divertirsi, con il cervello leggero come una piuma, che non lo fila quasi per niente.
Quando, ad un raduno di motociclisti a Brighton, i due si trovano coinvolti in una maxi-rissa tra mods, rockers (nemici giurati dei primi) e polizia, Jimmy trascina Steph in un nascondiglio sicuro e lì consumano un frettoloso rapporto sessuale che farà credere a Jimmy di aver conquistato la ragazza.
Nel corso di questo viaggio Jimmy conosce anche il suo mito mod, un tale Ace.
Al rientro a casa i genitori di Jimmy, appresa la notizia dalla polizia e avendo scoperto sotto il materasso le pasticche, intimano al ragazzo di andare via di casa.
A quel punto tutto precipita: Jimmy perde il lavoro, Steph non vuole più saperne di lui e in un incidente sfascia la sua Lambretta.
A questo punto Jimmy realizza che Brighton è stato l'ultimo momento felice della sua vita e vi torna in treno, sperando di ritrovare se stesso.
Nel suo girovagare vede parcheggiata davanti ad un Hotel la Vespa di Ace, ed è contento di poterlo incontrare ancora. Purtroppo il suo mito, così sicuro di sè, così figo, così sprezzante sulla pista da ballo, nella vita reale fa il fattorino ('Bell Boy') ed è manifestamente sottomesso ai suoi superiori e ai clienti dell'hotel.
Il confronto con la realtà e l'enorme delusione spingono Jimmy a rubare la moto di Ace, convinto che non la meriti, e si allontana sulla scogliera, ripensando a tutto ciò che gli è accaduto.
Quando realizza che è tutto perduto, o meglio, che era tutta un'illusione e perfino l'amore è un mondo di cui non fa parte ('Love, Reign o'er me'), Jimmy si lancia con la moto a tutta velocità dalla scogliera e la fa finita.

Da rilevare che nel film tratto dall'album, il protagonista lancia dalla scogliera soltanto la moto, come per liberarsi da un feticcio e concedersi una nuova possibilità, ma io non concordo con questa versione perchè, se ascoltate, alla fine di questo post, con quanta disperazione urla "Love!" alla fine del brano che chiude l'album, prima del tonfo della moto sulla scogliera, non credo sia possibile che mediti una nuova possibilità.


Ecco... queste le storie dei tre protagonisti.
Ancora non siete arrivati a cosa le unisce? Ve lo dirò io...
LA SOLITUDINE DISPERATA.

Ciascuno dei tre protagonisti è irrimediabilmente solo ed è cosciente di non poter contare su nessuno.
Tutti e tre si sentono inadeguati all'ambiente in cui vivono e vi si ribellano, ognuno a modo suo: Rael fa il teppista, Pink chiudendosi in se stesso e Jimmy illudendosi che la vita sia soltanto Lambrette, pasticche e abiti attillati.
E se Rael tenta di rimboccarsi le maniche per risalire la corrente scavando nella sua personalità, Pink è costretto a farlo dagli eventi  (ma per entrambi non sappiamo come andrà a finire), mentre Jimmy è così terrorizzato dal dover affrontare la realtà che preferisce farla finita, forse perchè  tutto sommato è il più debole dei tre.

Da tenere presente che ogni band ha una chiave di lettura diversa: i Genesis sono generalmente più ironici, anche se nell'album vi sono momenti di elevatissima tensione emotiva ('In the Cage', 'The Carpet Crawlers', 'Anyway'), i Pink Floyd sono più teatrali e ricchi di pathos, i The Who sono più malinconici e, specialmente nel finale, più disperati.

Sono tre album unici e inimitabili e non deve meravigliare se non è facile ascoltarne solo un estratto, perchè sono completi così come sono.

...E così quando sento il trillo del piano di Tony Banks che sale pian piano per dare spazio a
And the lamb lies down on Broadway






o il poderoso intro che succede al flebile suono dell'ocarina e anticipa
So ya, thought ya, might like to go to the show







o l'energico  riff di basso che parte dopo
Can you see the real me can ya, can ya?









vengo immediatamente catturato dall'atmosfera di queste tre pietre miliari e non c'è nulla che possa distogliermi dall'ascolto fino all'ultima nota di 'It'







'Outside the Wall'







e 'Love, Reign o'er me'







In quei momenti io sono Rael, Pink o Jimmy.
Vivo i loro drammi, le loro paure, le loro insicurezze e la loro disperazione, con l'intensità che mi trasmette la musica e i cazzotti nello stomaco che traspaiono dai versi.
Perchè ognuno di loro, per certi versi, alberga costantemente dentro di me, quasi come il DNA dei miei genitori.

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