Ciao a chi mi legge!
Dopo la lunghissima pausa natalizia, concedetemi una digressione.
Dopo la lunghissima pausa natalizia, concedetemi una digressione.
I Brand X non sono propriamente progrock, in quanto appartengono a quella corrente di jazzrock inglese che tanto ci ha dato in passato (Soft Machine in primis), ma alcuni dei musicisti che presero parte ai vari lineup provenivano dal prog, primo fra tutti il pluridecorato e famosissimo Phil Collins, allora batterista e neo-cantante dei Genesis.
Trasgredisco anche ad un'altra mia abitudine, che è quella di mettere una foto del gruppo, proponendovi questi disegni un pò caricaturali di origine giapponese, ma ne comprenderete solo più avanti la motivazione.
C'è chi dice che il gruppo sia nato in occasione delle sessioni di registrazione della trasposizione rock di "Pierino e il Lupo" di Prokofiev ad opera del sassofonista Jack Lancaster e del tastierista Robin Lumley, altri dicono il contrario.
In realtà in Peter And The Wolf il sound inconfondibile dei Brand X è già piuttosto evidente, pertanto la seconda ipotesi potrebbe essere la più vicina alla realtà.
I più giovani che hanno la ventura di leggere queste righe, conoscendolo soltanto come cantante pop, potrebbero saltare alla conclusione che la presenza di Phil Collins come batterista, in un ambito di musica così atipica rispetto al suo habitat, sia solo lo specchietto per le allodole per garantire al gruppo maggior notorietà.
A tale scopo vi suggerisco di ascoltare attentamente questo brano.
A tale scopo vi suggerisco di ascoltare attentamente questo brano.
Immagino la sorpresa di chi l'abbia ascoltato per la prima volta.
Ho sottoposto questo brano a TUTTI i bassisti, rock e jazz, che hanno suonato con me nel corso degli anni, ed ognuno di loro è rimasto letteralmente basito.
La sezione ritmica di questo gruppo è a dir poco sconvolgente (e ne sarà sempre una delle principali caratteristiche, anche nelle formazioni successive).
L'innumerevole quantità di ghost notes suonate da Percy Jones nel riff di basso e l'interpretazione sui tamburi che Collins tira fuori dal suo cilindro sono da manuale.
Avete sentito che drumming ricco, preciso, efficace e soprattutto dinamico?
Anche Phil alterna, con incredibile maestria, colpi leggeri (che letti sul pentagramma sono in ogni caso ghost notes) e accentati... ed esplode insieme alla chitarra di John Goodsall in quel refrain che, dal momento in cui l'ho sentito, mi ha letteralmente stregato (tanto che lo avevo anche messo come suoneria del cell)!
A quel tempo Billy Cobham era tra i più quotati batteristi jazzrock e molti si ispiravano al suo drumming. Non Phil Collins.
Phil a quel tempo era uno dei batteristi più talentuosi della scena rock (e ancora una volta vi prego di non confondere il talento con la tecnica e la velocità di esecuzione) e immagino che gli venne quasi naturale riunire la sua matrice progrock con le esigenze di una musica che aveva radici nel jazz, creando uno stile tutto suo, molto ricco di variazioni e incredibilmente efficace.
E' più semplice comprendere tutto ciò ascoltando il brano successivo.
Il brano è decisamente jazz oriented e Collins lo interpreta alternando parti swing ad una ritmica di sostegno tipica del progressive regalandoci ancora una volta splendide emozioni, insieme con la deliziosa chitarra classica di Goodsall, il dolcissimo piano di Lumley e l'incredibile basso incisivo di Jones.
Anche nel caso dei Brand X, così come per altre band citate in precedenza, è possibile notare che l'incredibile effetto sinergico dei 5 fondatori del gruppo (Jones, Lumley, Collins, Goodsall e Pert) è destinato a non rinnovarsi nelle formazioni successive.
La miglior produzione, a mio modo di vedere, è rinvenibile nei primi due album in studio (Unorthodox Behaviour e Moroccan Roll), il primo d'impatto e il secondo di struttura, e nel live successivo (Livestock).
Sebbene negli altri album sia possibile rinvenire delle splendide perle (come quella sopra proposta), nessuno ha la forza espressiva dei primi due.
Splendido brano, non è vero? Tutti i musicisti hanno il loro spazio, l'alternarsi fra la chitarra di John e le tastiere di Robin sostenuti da un'ossatura ritmica efficacissima, conferisce respiro ed elasticità al brano.
Quando giungono a suonare all'unisono si ha la sensazione di essere colpiti al centro del petto!
Poi il riff malinconico ci porta fino al lungo finale del brano, con i caratteristici interventi di Percy, supportati dall'ottimo Collins dietro ai tamburi.
Un'altra delle caratteristiche principali dei primi Brand X è la vena ironica che si respira nei brani (ecco il motivo dei disegni caricaturali di cui avevo parlato in apertura!).
Una volta ci ragionavamo su io e il mio amico chitarrista, già citato più volte in questo blog, e giungemmo alla conclusione che questa vena ironica fosse quasi una risposta ai più quotati e rinomati gruppi jazzrock d'oltre oceano (p.es.: Mahavishnu Orchestra), tutti concentrati sulla seriosità e il misticismo.
Perfino alcuni titoli dei brani evidenziavano il tipico humor inglese: 'Born Ugly' (Nato brutto); 'Why should I lend you mine' e di seguito 'When you've broken off yours already' (Perchè dovrei prestarti il mio, visto che hai già rotto il tuo), seguita ancora da 'Maybe I'll lend you mine after all' (Forse dopotutto te lo presto), la stessa 'Rhesus Perplexus' e tante altre. Lo stesso titolo del primo album Unorthodox Behaviour (Comportamento poco ortodosso) riferisce dello spirito innovativo che pervadeva i musicisti, fino ad allora cimentatisi in stili differenti, e quello di Moroccan Roll, che è un gioco di parole da more rock 'n' roll (ancora Rock 'n' Roll). In realtà di Rock 'n' Roll, nei due album se ne respira davvero poco!
Ciò che intendo dire si manifesta più chiaramente nel brano seguente.
Anche nel caso dei Brand X, così come per altre band citate in precedenza, è possibile notare che l'incredibile effetto sinergico dei 5 fondatori del gruppo (Jones, Lumley, Collins, Goodsall e Pert) è destinato a non rinnovarsi nelle formazioni successive.
La miglior produzione, a mio modo di vedere, è rinvenibile nei primi due album in studio (Unorthodox Behaviour e Moroccan Roll), il primo d'impatto e il secondo di struttura, e nel live successivo (Livestock).
Sebbene negli altri album sia possibile rinvenire delle splendide perle (come quella sopra proposta), nessuno ha la forza espressiva dei primi due.
Splendido brano, non è vero? Tutti i musicisti hanno il loro spazio, l'alternarsi fra la chitarra di John e le tastiere di Robin sostenuti da un'ossatura ritmica efficacissima, conferisce respiro ed elasticità al brano.
Quando giungono a suonare all'unisono si ha la sensazione di essere colpiti al centro del petto!
Poi il riff malinconico ci porta fino al lungo finale del brano, con i caratteristici interventi di Percy, supportati dall'ottimo Collins dietro ai tamburi.
Un'altra delle caratteristiche principali dei primi Brand X è la vena ironica che si respira nei brani (ecco il motivo dei disegni caricaturali di cui avevo parlato in apertura!).
Una volta ci ragionavamo su io e il mio amico chitarrista, già citato più volte in questo blog, e giungemmo alla conclusione che questa vena ironica fosse quasi una risposta ai più quotati e rinomati gruppi jazzrock d'oltre oceano (p.es.: Mahavishnu Orchestra), tutti concentrati sulla seriosità e il misticismo.
Perfino alcuni titoli dei brani evidenziavano il tipico humor inglese: 'Born Ugly' (Nato brutto); 'Why should I lend you mine' e di seguito 'When you've broken off yours already' (Perchè dovrei prestarti il mio, visto che hai già rotto il tuo), seguita ancora da 'Maybe I'll lend you mine after all' (Forse dopotutto te lo presto), la stessa 'Rhesus Perplexus' e tante altre. Lo stesso titolo del primo album Unorthodox Behaviour (Comportamento poco ortodosso) riferisce dello spirito innovativo che pervadeva i musicisti, fino ad allora cimentatisi in stili differenti, e quello di Moroccan Roll, che è un gioco di parole da more rock 'n' roll (ancora Rock 'n' Roll). In realtà di Rock 'n' Roll, nei due album se ne respira davvero poco!
Ciò che intendo dire si manifesta più chiaramente nel brano seguente.
Per quanto il brano non sia semplice (ma neanche uno dei più complessi della band), è tutto pervaso dalla vena ironica di cui parlavo.
Prestate attenzione a COSA (tralasciamo il COME... Percy Jones è ancora oggi uno dei più grandi bassisti esistenti) suona il basso!
La parte più ironica la fa Jones: con il suo inerpicarsi sulle scale sembra prendere in giro gli altri strumentisti e quando usa le note più gravi sembra quasi che faccia uno sberleffo!
Nel break dopo lo splendido assolo di chitarra di Goodsall, dove Phil usa l'Hi-Hat in levare (mentre con l'altra mano inventa di tutto sul rullante in contrappunto alla cassa), notate con quanta ironia Jones si presta al gioco fino all'intro dell'attacco, dove si arrampica sulle note del basso per ridare respiro al brano e portarlo alla chiusura. Avete mai sentito tanta ironia in un brano di questo tipo?
Passiamo a qualcosa di più 'serio'...
In questo brano TUTTO è mirabile!
Ascoltate il riff, l'energia pura che si sprigiona nella parte iniziale, il lavoro di ricerca di sonorità delle tastiere, l'incredibile prolungato assolo di basso, la sezione lenta, con chitarra e tastiere in evidenza, l'ossatura ritmica fornita da Collins e le percussioni del compianto Morris Pert (è morto nell'aprile dello scorso anno)!
Questa era davvero la somma di talenti che si fondevano insieme con passione per creare qualcosa di estremamente innovativo, emotivamente coinvolgente e stilisticamente perfetto!
Le successive formazioni dei Brand X, quelle con Jones, Goodsall, Katz alla batteria e Wangon alle electronic vibes (cioè un vibrafono elettronico! Che sogno per me!), propongono una band heavy jazz oriented che ha delle belle peculiarità, come si può ascoltare in questo brano
Non si possono classificare negativamente, ma siamo piuttosto lontani dalle emozioni che Percy Jones riusciva a trasmettere quando si lasciava trasportare dalla malinconia, come nel brano che vi propongo come ultimo assaggio di questa fantastica band, nata quasi per divertimento, che ha lasciato un solco profondo nella musica di questo tipo, e per certi versi rimasta inimitata!
Come al solito i vostri commenti saranno graditi e potranno essere potenzialmente la partenza per nuovi threads!
5 commenti:
Onorato di essere trasversalmente citato nelle tue appassionate e precise dissertazioni musicali, addirittura abbiamo trovato un senso estetico alternativo al fare musica dei Brand! Sottoscrivo con il cuore ogni tua parola, ogni tua impressione, nel tempo l'abbiamo condivisa e\o meglio ci siamo cresciuti dentro quando avevamo insieme meno chili più capelli e più speranze..
Un abbraccio!
Paolo
Si. Ci siamo cresciuti dentro.
Nessuno di coloro che si affacciano oggi a questo tipo di musica può avere un'idea di cosa sia stato per noi vivere queste emozioni nell'istante in cui nascevano spontaneamente.
E' uno dei motivi per cui mi cimento in questo blog. Tentare di trasmettere almeno in parte ciò che provo, ancora oggi, ascoltando questi brani!
So che è lo stesso per te!
Un abbraccio forte, my dear friend... e a presto!
Mi paice molto come trasmetti le tue sensazione. Come reisci a trasferire le emozioni musicali sulla "carta". Continua così.
P.S. per la cronaca i Brand X non li ho mai approfonditi... ora lo farò grazie a te ;-)
Grazie Andy!
Quando leggo un commento come il tuo sono contento di essere riuscito a "catturare" l'interesse e, nel tuo caso, addirittura ad aprire una porta precedentemente socchiusa!
La discografia consigliata è indicata nel post, ma puoi anche andare avanti di un pò, con "Masques".
C'è del buono anche in "Do they Hurt?" e in "Product", ma sono un pò più semplici e auto-celebrativi!
Spero di rivederti presto!
Decisamente il tuo blog è interessante perchè non fai "fredde recensioni".
P.S. ho cambiato utenza con cui ti seguo... adesso è nd1967web, ma sono sempre io ;-)
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