I link delle "puntate precedenti"!
Quarta Parte: http://proglessons.blogspot.it/2014/10/turning-point-albums-quarta-parte.html
Questo post è dedicato a Wiggy, la mia adorata batteria, e a tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno suonato con me, volenti o nolenti!
In questo frangente farò uno strappo alla regola che mi sono imposto per questi post e vi proporrò album completi.
Il mondo della musica strumentale mi aveva ormai aperto le sue porte.
Gli approfondimenti successivi furono peraltro degnissimi di nota, perchè conobbi la geniale ma talvolta un pò greve Mahavishnu Orchestra, capeggiata dal suo eccentrico "dittatore" John Mc Laughlin, e i Return to Forever di Chick Corea, più orientati ad un jazzrock di tipo tradizionale.
Entrambi le band erano composte da ottimi musicisti che successivamente avrebbero conosciuto fama e successo: Jan Hammer, Jerry Goodman, Jean Luc Ponty da una parte e Stanley Clarke, Al Di Meola e Flora Purim dall'altra.
Tra questi c'era un batterista nero, talvolta poco elegante, mancino e tarchiato che, forse stanco di seguire i dettami ora di Mc Laughlin ora di Deodato decise di fare un album tutto da solo.
Spectrum di Billy Cobham rappresenta, per l'universo musicale, una pietra miliare del jazzrock.
Per me è molto di più.
Ascoltai per la prima volta questo LP su un giradischi compatto (allora chiamavamo così gli impianti stereo di qualità discutibile dove piatto, amplificatore e talvolta MC recorder erano tutti nello stesso mobile) della Europhon, o altra marca similare, a casa di un amico di amici (non ne ricordo neanche il nome... mi trovavo lì e basta)
Se vi va, ascoltate questa pietra miliare per intero.
Non è facile trovare un tale connubio di tecnica, gusto e dinamica in un batterista, specie al giorno d'oggi, dove si tende ad esasperare l'aspetto tecnico e dimenticare il gusto e il feeling.
Se devo essere sincero il primo brano, così incalzante, sulle prime non mi attrasse per niente, tanto che non lo registrai sulla mia MC (non era facile skippare sulle MC a quel tempo!), successivamente l'ho rivalutato.
Ascoltate i pattern di batteria come sono ricchi, i fills ricercatissimi, talvolta eseguiti in terzine a colpi rimbalzati.
Menzione d'onore ai miei due brani preferiti: 'Stratus' e 'Red Baron'.
Nel primo, l'intro è micidiale, con quell'ostinato di tastiere su cui Cobham elabora degli interventi di buona complessità ed estremo fascino, ma quello che salta all'orecchio è il groove trascinante e i fills incredibili di Billy, lunghi, scroscianti, ma mai ridondanti!
Il tutto condito dallo splendido lavoro di Hammer alle tastiere e il povero Bolin alla chitarra.
E il finale, dove sul riff strumentale, Cobham elabora fills in colpi doppi e tripli e break di efficacia spaventosa? Lo vogliamo trascurare?
Il secondo, secondo me, sarebbe da studiare al conservatorio, tanto è denso di argomenti (e infatti di tanto in tanto lo suono anch'io per arricchirmi).
Ascoltate la dinamica sul pattern iniziale com'è lieve, per poi salire successivamente.
Prestate attenzione ai fills costruiti fra rullante e cassa che uniscono tecnica sopraffina e gusto musicale.
Senza mai strafare il brano sale d'intensità e il drumming con esso, divenendo più incisivo e cadenzato nella parte centrale, dove ci sono i solo dei vari strumenti.
Infine, dopo il break, la dinamica torna più pacata e ci porta al termine del brano. Fantastico non è vero? Che equilibrio!
Era il periodo in cui apprendevamo da CIAO 2001 o altre riviste musicali di minor tiratura, cosa accadeva ai nostri beniamini.
Quando seppi che Phil Collins aveva suonato in una band di jazzrock non mi diedi pace fino a quando non fui in grado di trovare l'album di cui avevo letto mirabilie!
Dei Brand X vi ho già parlato diffusamente in un altro post:
http://proglessons.blogspot.it/2011/01/i-brand-x.html
Di quest'album ho già detto praticamente tutto: lo cercai a lungo, lo trovai per miracolo e ne rimasi folgorato al primo ascolto.
Il genio eclettico, spesso goliardico, ma sempre intenso ed ispirato dei musicisti che vi prendono parte è indiscutibile.
Tutto nacque dalle menti eccelse di Robin Lumley e (soprattutto) Percy Jones, che con il suo modo di suonare ricco di ghost notes, ma non per questo meno ritmico, fece e ancora fa scuola.
Phil Collins, che già ammiravo moltissimo per il suo lavoro nei Genesis mi soprese ancora di più con quel drumming fluido, innovativo e sorprendente.
I Brand X sono rimasti per me un punto di riferimento importantissimo della musica che ascolto. A mio modo di sentire nessuno mai come loro è riuscito a combinare tecnica, feeling, sarcasmo e genialità!
Phil Collins e Billy Cobham sono stati i due batteristi che mi hanno influenzato maggiormente nel primo approccio alla batteria.
In questi due stratosferici esempi di drumming ricco, tecnico, creativo, con variazioni di dinamica di incredibile efficacia, si rende manifesto che non è assolutamente vero che la batteria va sempre picchiata con forza, come sostengono (e suonano) alcuni sedicenti "maestri" moderni.
Talvolta la batteria va accarezzata, talvolta percossa con forza, ma sempre con amore e mai con violenza.
Attraverso l'ascolto di questi due album, tanto differenti fra loro, ho raggiunto a quel tempo la consapevolezza che volevo essere un batterista decente, anche se solo amatoriale, e se volevo ambire a raggiungere almeno un decimo delle capacità di Collins (tecnicamente meno dotato dell'altro, ma ricco di inventiva) e Cobham (tecnica incredibile, ma anche tanto feeling) lo studio della batteria doveva essere condotto con maggior rigore e continuità.
Certo, successivamente dovetti interrompere per molti anni, ma da quando ho acquistato Wiggy nel 2005 ed ho ripreso, non ho mai smesso di studiare, ho integrato il doppio pedale, ho tentato di migliorare il mio bagaglio tecnico, il controllo e la velocità. E mi sembra di notare di aver raggiunto qualche modesto risultato!
Continuerò ancora finchè le forze mi sosterranno!
Spero di non annoiarvi mai con i miei post, così misti di ricordi, tutto sommato molto personali, considerazioni e tanta, tanta musica!
Alla prossima!
Questo post è dedicato a Wiggy, la mia adorata batteria, e a tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno suonato con me, volenti o nolenti!
In questo frangente farò uno strappo alla regola che mi sono imposto per questi post e vi proporrò album completi.
Il mondo della musica strumentale mi aveva ormai aperto le sue porte.
Gli approfondimenti successivi furono peraltro degnissimi di nota, perchè conobbi la geniale ma talvolta un pò greve Mahavishnu Orchestra, capeggiata dal suo eccentrico "dittatore" John Mc Laughlin, e i Return to Forever di Chick Corea, più orientati ad un jazzrock di tipo tradizionale.
Entrambi le band erano composte da ottimi musicisti che successivamente avrebbero conosciuto fama e successo: Jan Hammer, Jerry Goodman, Jean Luc Ponty da una parte e Stanley Clarke, Al Di Meola e Flora Purim dall'altra.
Tra questi c'era un batterista nero, talvolta poco elegante, mancino e tarchiato che, forse stanco di seguire i dettami ora di Mc Laughlin ora di Deodato decise di fare un album tutto da solo.
Spectrum di Billy Cobham rappresenta, per l'universo musicale, una pietra miliare del jazzrock.
Per me è molto di più.
Ascoltai per la prima volta questo LP su un giradischi compatto (allora chiamavamo così gli impianti stereo di qualità discutibile dove piatto, amplificatore e talvolta MC recorder erano tutti nello stesso mobile) della Europhon, o altra marca similare, a casa di un amico di amici (non ne ricordo neanche il nome... mi trovavo lì e basta)
Se vi va, ascoltate questa pietra miliare per intero.
Non è facile trovare un tale connubio di tecnica, gusto e dinamica in un batterista, specie al giorno d'oggi, dove si tende ad esasperare l'aspetto tecnico e dimenticare il gusto e il feeling.
Se devo essere sincero il primo brano, così incalzante, sulle prime non mi attrasse per niente, tanto che non lo registrai sulla mia MC (non era facile skippare sulle MC a quel tempo!), successivamente l'ho rivalutato.
Ascoltate i pattern di batteria come sono ricchi, i fills ricercatissimi, talvolta eseguiti in terzine a colpi rimbalzati.
Menzione d'onore ai miei due brani preferiti: 'Stratus' e 'Red Baron'.
Nel primo, l'intro è micidiale, con quell'ostinato di tastiere su cui Cobham elabora degli interventi di buona complessità ed estremo fascino, ma quello che salta all'orecchio è il groove trascinante e i fills incredibili di Billy, lunghi, scroscianti, ma mai ridondanti!
Il tutto condito dallo splendido lavoro di Hammer alle tastiere e il povero Bolin alla chitarra.
E il finale, dove sul riff strumentale, Cobham elabora fills in colpi doppi e tripli e break di efficacia spaventosa? Lo vogliamo trascurare?
Il secondo, secondo me, sarebbe da studiare al conservatorio, tanto è denso di argomenti (e infatti di tanto in tanto lo suono anch'io per arricchirmi).
Ascoltate la dinamica sul pattern iniziale com'è lieve, per poi salire successivamente.
Prestate attenzione ai fills costruiti fra rullante e cassa che uniscono tecnica sopraffina e gusto musicale.
Senza mai strafare il brano sale d'intensità e il drumming con esso, divenendo più incisivo e cadenzato nella parte centrale, dove ci sono i solo dei vari strumenti.
Infine, dopo il break, la dinamica torna più pacata e ci porta al termine del brano. Fantastico non è vero? Che equilibrio!
Era il periodo in cui apprendevamo da CIAO 2001 o altre riviste musicali di minor tiratura, cosa accadeva ai nostri beniamini.
Quando seppi che Phil Collins aveva suonato in una band di jazzrock non mi diedi pace fino a quando non fui in grado di trovare l'album di cui avevo letto mirabilie!
Dei Brand X vi ho già parlato diffusamente in un altro post:
http://proglessons.blogspot.it/2011/01/i-brand-x.html
Di quest'album ho già detto praticamente tutto: lo cercai a lungo, lo trovai per miracolo e ne rimasi folgorato al primo ascolto.
Il genio eclettico, spesso goliardico, ma sempre intenso ed ispirato dei musicisti che vi prendono parte è indiscutibile.
Tutto nacque dalle menti eccelse di Robin Lumley e (soprattutto) Percy Jones, che con il suo modo di suonare ricco di ghost notes, ma non per questo meno ritmico, fece e ancora fa scuola.
Phil Collins, che già ammiravo moltissimo per il suo lavoro nei Genesis mi soprese ancora di più con quel drumming fluido, innovativo e sorprendente.
I Brand X sono rimasti per me un punto di riferimento importantissimo della musica che ascolto. A mio modo di sentire nessuno mai come loro è riuscito a combinare tecnica, feeling, sarcasmo e genialità!
Phil Collins e Billy Cobham sono stati i due batteristi che mi hanno influenzato maggiormente nel primo approccio alla batteria.
In questi due stratosferici esempi di drumming ricco, tecnico, creativo, con variazioni di dinamica di incredibile efficacia, si rende manifesto che non è assolutamente vero che la batteria va sempre picchiata con forza, come sostengono (e suonano) alcuni sedicenti "maestri" moderni.
Talvolta la batteria va accarezzata, talvolta percossa con forza, ma sempre con amore e mai con violenza.
Attraverso l'ascolto di questi due album, tanto differenti fra loro, ho raggiunto a quel tempo la consapevolezza che volevo essere un batterista decente, anche se solo amatoriale, e se volevo ambire a raggiungere almeno un decimo delle capacità di Collins (tecnicamente meno dotato dell'altro, ma ricco di inventiva) e Cobham (tecnica incredibile, ma anche tanto feeling) lo studio della batteria doveva essere condotto con maggior rigore e continuità.
Certo, successivamente dovetti interrompere per molti anni, ma da quando ho acquistato Wiggy nel 2005 ed ho ripreso, non ho mai smesso di studiare, ho integrato il doppio pedale, ho tentato di migliorare il mio bagaglio tecnico, il controllo e la velocità. E mi sembra di notare di aver raggiunto qualche modesto risultato!
Continuerò ancora finchè le forze mi sosterranno!
Spero di non annoiarvi mai con i miei post, così misti di ricordi, tutto sommato molto personali, considerazioni e tanta, tanta musica!
Alla prossima!
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